L'AVSI apre la sede e si presenta in
un incontro
L'AVSI, Associazione volontari per il servizio internazionale, ha
aperto una sede in via Moroni 103. Per presentarsi alla città, giovedì alle 21, alla
Casa del Giovane, l'AVSI ha organizzato un incontro pubblico alla presenza di Alberto
Piatti, amministratore dell'associazione, e di Angelo Abbondio, imprenditore. L'incontro,
dal titolo «AVSI in Brasile, 20 anni di presenza» sarà coordinato dal consigliere
regionale Marcello Raimondi.
L'AVSI è una organizzazione non governativa senza scopo di lucro impegnata in progetti
internazionali di aiuto allo sviluppo e aderente alla Compagnia delle Opere Non Profit e
alla Focsiv. Costituita nel '72, nel solco della dottrina sociale della Chiesa, AVSI è
stata riconosciuta idonea dal ministero degli Affari Esteri nel '73 e dal '96 è
accreditata presso il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite con stato
consultivo generale. AVSI è presente in 32 Paesi di Africa, America Latina, Medio Oriente
ed Est Europeo.
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Alla Casa del
Giovane testimonianze di una straordinaria avventura
AVSI, 20 anni di solidarietà
Dal 1981 in Brasile per aiutare il popolo
delle favelas
«Perché lo faccio? La soddisfazione di arrivare davanti alla
scuola e vedere una bimba, pulitissima e ben vestita è molto più grande di un guadagno
fatto in Borsa». Angelo Abbondio, imprenditore nel settore del risparmio gestito racconta
la sua storia ai volontari dell'AVSI (Associazione volontari per il Servizio
internazionale), riuniti nell'auditorium della Casa del Giovane. Lui, che ha trasformato
una delle comunità più povere di Salvador Bahia in Brasile, le favelas di Ribeira Azul,
Novos Alagados (12 mila persone vivevano sulle palafitte in condizioni disumane) in un
piccolo villaggio, con le case in muratura, l'oratorio, i centri ricreativi, le scuole e
gli ambulatori.
Di fronte una sala gremita, moltissimi i volontari dell'AVSI che hanno fatto della
solidarietà una filosofia di vita: «Condividere i bisogni per condividere il senso della
vita» è lo slogan della campagna «Tende 2000». «Siamo qui - spiega il consigliere
regionale Marcello Raimondi - per i dieci anni di vita dell'AVSI a Bergamo e per
presentare le iniziative che ogni anno l'associazione organizza in diversi Paesi,
"Tende" sono iniziative di raccolta fondi per sostenere progetti di solidarietà
internazionale». Perché AVSI quest'anno porta avanti quattro progetti: un centro
polifunzionale per l'infanzia in difficoltà a Salvador Bahia, il reinserimento sociale
dei ragazzi ex soldato in Sierra Leone, il sostegno delle mense dei poveri in Kazachstan e
la realizzazione di un villaggio per accogliere persone che vivono situazioni di disagio a
Corridonia (Macerata).
L'incontro alla Casa del Giovane è stato dedicato al Brasile. «Da vent'anni Avsi è
presente in Brasile», racconta Alberto Piatti, amministratore dell'associazione. AVSI ha
avviato il suo primo progetto in America Latina nel 1981, nella città brasiliana di Belo
Horizonte per la realizzazione di corsi di formazione professionale per i giovani. Da Belo
Horizonte a San Paolo, da Salvador Bahia a Brasilia e Rio de Janeiro sono nati asili
comunitari per accogliere i figli delle favelas.
Piatti ripercorre la storia di AVSI: «È un problema di risorse che servono per rendere
la vita di un popolo più dignitosa - prosegue - oltre un miliardo di persone vivono con
un dollaro al giorno, tre miliardi vanno invece avanti con tre dollari al giorno. La
percezione che abbiamo del mondo, la globalizzazione va ribaltata perché la maggioranza
della popolazione del pianeta è povera». E prosegue: «generosità e bontà non bastano,
bisogna avere passione per l'uomo. All'origine del nostro progetto c'è un sacerdote che
si chiama Luigi Giussani. L'origine della presenza di Avsi in Brasile nasce da questa
passione per l'uomo».
E Abbondio ricorda la desolazione di quelle palafitte «maleodoranti» di Novos Alagados:
«Ci siamo trovati davanti - ricorda - una situazione di degrado assoluto, bambini affetti
da patologie varie, denutriti, bambini abbandonati a loro stessi, sulla strada». È dalla
desolazione delle favelas galleggianti che è nato l'impegno dei volontari che hanno dato
vita a un centro ricreativo, un asilo, l'ambulatorio, le scuole, ma soprattutto hanno
fatto rinascere una comunità.
V. Sa.
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