LAUTORE
Paolo
Pellegrin nasce a Roma l11 marzo 1964.
Nel
1989 inizia a lavorare come fotografo, dedicandosi a tematiche sociali.
Collabora
con lAgence VU di Parigi, Grazia Neri di Milano e Saba di New York.
Nel
corso della sua carriera ottiene diversi riconoscimenti tra cui, nel 1995, il World Press
Photo, primo premio sezione Daily Life, nel 1996 il Kodak Young Photographer Award e nello
stesso anno partecipa al Master Class del World Press Photo, nel 1997 vince il primo
premio al Festival Internazionale del fotogiornalismo a Gijon, Spagna.
Nel
Gennaio 1997 pubblica, in collaborazione con AVSI, Bambini,
un libro sullInfanzia in circostanze difficili in Bosnia, Romania e Uganda.
Il
suo lavoro è stato esposto in mostre personali e collettive in Italia e allestero.
Collabora
regolarmente con le più importanti testate italiane ed internazionali.
Il tema che mi era stato affidato era
sullEducazione: asili, centri di educazione nutrizionale, corsi di formazione,
scuole specializzate, un compito non facile. A Belo Horizonte mentre fotografavo il terzo
asilo della giornata, mi sono fermato a riflettere sullo svolgimento del tema. Non
riuscivo a concepire un servizio fotografico sulleducazione attraverso una
processione di asili puliti e volti felici.
Mi
sono messo, quindi, alla ricerca del contesto sociale in cui quegli asili e quelle scuole
erano inseriti: le strade, le baracche e le favelas dove i bambini, i ragazzi e le loro
famiglie vivono.
Le 31
immagini di Jardim
Felicidade sono un percorso che porta dalla realtà del dato sociale alla proposta
educativa ed allimpegno di solidarietà.
Il
mezzo percorso è il colore. Non un colore qualsiasi, ma quello del Brasile. I problemi
tecnici non sono stati indifferenti: impossibile fotografare in esterni in pieno giorno,
una luce abbacinante, eccessiva. Mi dedicavo allora agli interni, ma di primo mattino e
nel tardo pomeriggio le condizioni erano ideali, la luce radente, calda, straordinaria.
Questa
luce pervade le foto, cariche di un senso di sospensione tra cielo e terra. Nelle persone
e nelle cose c'è, infatti, una fisicità più presente, più forte della nostra, ma
cè anche il cielo, più grande e avvolgente di quello cui noi siamo abituati. Un
cielo che si riflette in tutti attraverso un profondo senso di mistero. Cielo e terra,
carnalità e spiritualità sono elementi che convivono a stretto contatto.
Paolo Pellegrin
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